Violenza domestica – Intervista dal settimanale Vero n. 17 del 4 maggio 2018 

Secondo il Word Report on Violence and Healt dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la violenza domestica è purtroppo un fenomeno molto diffuso e complesso che comprende una moltitudine di azioni delittuose e di abusi di tipo psicologico, fisico e sessuale perpetrati per controllare emotivamente una persona che fa parte dello stesso nucleo familiare. Oggi giorno stimare con esattezza l’incidenza di tale fenomeno della violenza domestica, non è purtroppo possibile, in quanto non tutte le vittime hanno la forza di denunciare il proprio carnefice e di rivolgersi a professionisti specializzati, evitando così che una normale conflittualità possa degenerare in un contrasto insanabile.

L’avvocato Cinzia Russo, titolare dell’omonimo prestigioso studio Legale di Velletri, da anni è impegnata attivamente in un settore delicato come il diritto di famiglia e minorile, curandone sia gli aspetti civilistici che penalistici. Famiglie disgregate, minori travolti dalla crisi familiare, maltrattamenti ed abusi di ogni genere: l’avvocato Russo spesso è chiamata ad intervenire per spegnere sul nascere reazioni rabbiose ed istintive che, soprattutto in presenza di minori, possono avere effetti devastanti. Vedi anche intervista a Live Social sulla violenza sulle donne

 

Avvocato Russo, il conflitto familiare richiede all’Avvocato responsabilità e competenza per orientare la coppia verso la ricerca di soluzioni alternative alle dispute. Lei come si approccia ai clienti che hanno subito una violenza domestica?

Oggigiorno, purtroppo, anche la famiglia può diventare teatro di atti di natura delittuosa; molteplici, infatti, i reati previsti in questo ambito dal nostro codice penale (maltrattamenti, abuso di mezzi di correzione, violazione degli obblighi di assistenza familiare, abusi sessuali ed incesto, e reati di omissione (abbandono di minori o di incapaci). Anche in caso di vicende particolarmente articolate e complesse che assumono rilevanza penale, il mio primo approccio è teso alla ricerca di una soluzione giusta che favorisca l’equilibrio familiare e la dignità personale di tutte le parti coinvolte.

 

E nelle situazioni più gravi?

Quando la condotta del coniuge è causa di grave pregiudizio all’integrità fisica, morale o alla libertà dell’altro coniuge, l’art. 342 bis del c.c. prevede che, su istanza di parte, il Giudice possa emanare gli ordini di protezione. Questi consistono in ordini rivolti alla persona che ha serbato la condotta pregiudizievole di cessare la condotta stessa; contestualmente viene disposto l’allontanamento dalla casa familiare e l’obbligo di non avvicinarsi ai luoghi frequentati abitualmente dall’istante. Nel caso di condotte pregiudizievoli compiute ai danni del minore, il Giudice può altresì disporre nei casi di violenza domestica, l’intervento dei servizi sociali per favorire incontri protetti tra il minore stesso e il genitore violento.